Comportamenti aggressivi nell’esordio psicotico

 In Psico&Patologie, Anno 3, N. 4 - dicembre 2012

Le psicosi sono, attualmente, definite come un gruppo eterogeneo e vario di disturbi, in cui possono comparire, insieme o in sequenza, una serie di sintomi e comportamenti, con la presenza di una «compromissione della capacità di fare un esame della realtà» (Altamura AC e al. 2001).

Tale patologia va considerata come un gruppo di disturbi mentali gravi, con una sintomatologia invasiva ed invalidante, che pone l’individuo in una condizione di perdita di contatto con il mondo reale (Altamura AC e al. 2001). I disturbi, su cui si fonda la sintomatologia, possono essere: i disturbi della percezione, come le allucinazioni; credenze e giudizi ingiustificati, come il delirio di persecuzione; pensieri disorganizzati (parlare in modo confuso) o comportamenti bizzarri. Tale sintomatologia, ovviamente, interferisce con la capacità di un individuo di pensare in maniera chiara, di gestire le emozioni, di prendere decisioni e relazionarsi con gli altri.

Per esordio psicotico, Early Psychosis, si intende, in altre parole, quel disturbo mentale che può verificarsi nell’adolescenza e nella prima età adulta fondato su un’errata interpretazione e comprensione della realtà e dei relativi eventi (McClellan J e al. 2001).

Da un punto di vista clinico, l’esordio della sintomatologia può essere esaminato secondo una tripartizione temporale: una fase premorbosa, una fase prodromica, un episodio acuto (McGorry PD, Jackson HJ, 2001).

La fase premorbosa è caratterizzata da tratti di personalità specifici, da particolari aspetti cognitivi ed alcuni deficit neuro-cognitivi; durante la fase prodromica, viceversa, compaiono i primi sintomi sufficientemente stabili, non presentando del tutto la pervasività per poter effettuare una diagnosi clinica, che avviene, invece nella fase acuta, caratterizzata dalla manifestazione della sintomatologia psicotica.

Il passaggio da una fase all’altra avviene attraverso l’intervento di alcune variabili come stressor ambientali, carenza di un supporto sociale adeguato, abuso di sostanze e alcol che possano incidere sullo sviluppo della patologia.

L’esordio può coincidere, in alcuni casi, con il momento in cui iniziano a comparire i sintomi psicotici veri e propri, in altri casi, può essere meno vistoso, ma più insidioso.

 

Psicopatologia del disturbo psicotico

All’interno del DSM IV TR, (APA, 2000) i disturbi psicotici sono differenziati in schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo psicotico breve, disturbo schizoaffettivo, disturbo delirante, follia a due e disturbo psicotico indotto da condizioni mediche generali o da abuso di sostanze.

Tra i sintomi più riconoscibili di un esordio psicotico è possibile evidenziare le allucinazioni, percezioni in assenza di un oggetto, che possono manifestarsi con qualunque modalità sensoriale: uditiva, visiva, olfattiva, gustativa e tattile (APA, 2000). Le allucinazioni più frequenti sono quelle di tipo uditivo: come due o più voci che conversano con un’altra o che continuano a commentare i pensieri o il comportamento della persona.

Tali esperienze allucinatorie possono, anche, presentarsi per breve tempo in persone non affette da disturbi mentali e la persona, talvolta, che ne soffre non è in grado di valutare se le percezioni siano reali o meno.

I deliri rappresentano, inoltre, un altro tipo di manifestazione sintomatologica. Un delirio è una convinzione falsa basata su ragionamenti erronei, sostenuta nonostante sia evidente il contrario. Tali convinzioni erronee di percezioni o esperienze possono includere una varietà di temi, come quello di persecuzione, di riferimento, somatici, religiosi o di grandiosità (APA, 2000). I deliri più comuni sono quelli di persecuzione: la persona è convinta di essere inseguita, ingannata, spiata o messa in ridicolo.

I deliri possono includere la convinzione che i propri pensieri siano stati portati via da strane forze esterne, che pensieri estranei siano messi dentro la propria mente, o che il corpo e le azioni siano manipolati da una qualche entità o che altre persone in televisione stiano diffondendo dei messaggi speciali o che trasmettano i loro pensieri agli altri. A volte credono di essere qualcun altro, ad esempio un famoso personaggio storico.

La patologia psicotica, come già affrontato, sembrerebbe iniziare molto prima di quello che viene chiamato primo episodio, in una fase prodromica, con la presenza di sintomi psicotici attenuati e dell’area nevrotica e con cambiamenti comportamentali, con un progressivo ritiro dalle relazioni sociali, astenia o manifestazione somatoforme.

L’uso della cannabis, inoltre, sembrerebbe essere molto diffuso fra i giovani candidati allo sviluppo di una psicosi.

 

I comportamenti aggressivi

Nonostante il DSM-IV TR non preveda specificamente un disturbo di tipo aggressivo, il termine aggressività (APA, 2000) compare, di frequente, nei criteri di diversi quadri clinici.

Con aggressività è possibile delineare una tendenza ad attaccare gli altri, in forma simbolica, gestuale, verbale o fisica, per la maggior parte dei casi, in rapporto ad uno specifico vissuto emotivo di rabbia. (Manna V., 2004)

I comportamenti aggressivi rappresentano una delle situazioni più difficili da gestire in un reparto psichiatrico (Owen C et al, 1998; Ng B et al, 2001), ma sono pochi gli studi sull’argomento (Biederman MR et al, 1995). Attualmente sono state selezionati soggetti con evidenti comportamenti violenti per la valutazione della relazione con la sintomatologia psicotica (Nolan KA et al, 2005), con gli effetti extrapiramidali della terapia antipsicotica (Herrera JN et al, 1988; Crowner ML et al, 1990), con l’abuso di sostanze (Tiihonen J et al, 1997) e con la presenza di psicopatia (Nolan KA et al, 1999).

Tali comportamenti possono riscontrarsi non soltanto in soggetti visibilmente agitati, in fase sintomatologica acuta o abitualmente inclini ad atti violenti, ma possono verificarsi in maniera improvvisa ed estemporanea, in risposta a eventi frustranti o in situazioni di conflitti. Una reazione aggressiva contro sé o gli altri, potrebbe fondarsi su aspetti psicopatologici sia latenti che manifesti. Un delirio di persecuzione o un’interpretazione errata della realtà, con contenuti paranoidei potrebbero sfociare in un passaggio all’atto, acting out, di natura aggressiva, anche a causa dell’uso di sostanze psicotrope.

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