I minori e i rischi di Internet

 In @buse, N. 1 - marzo 2010, Anno 1

Dall’indagine “Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle famiglie e utilizzo degli individui”, pubblicata nel 2008 dall’ISTAT su un campione di 19.000 nuclei familiari, emergono dati importanti sul rapporto tra tecnologia e società.

In un’altra indagine, sempre l’ISTAT, afferma che nel 2008 sono stati 5 milioni e 135 mila i bambini e i ragazzi tra i 3 e i 17 anni che hanno usato il pc a casa o in altro luogo. Tra i 6 e i 17 anni i bambini e ragazzi che si sono collegati a Internet sono stati 3 milioni e 386 mila (il 49,2% della popolazione di questa età).

La percentuale di famiglie con un minore a carico che possiede una connessione a banda larga è cresciuta di 13 punti percentuali nel 2007 rispetto al 2006, così come si registra l’aumento di 8 punti dei bambini tra gli 11 e i 14 anni che navigano in Internet (per un totale del 56%). Le persone, invece, con più di 44 anni che usano Internet sono solo il 39%, quota che si abbassa fino al 29% per coloro che hanno un’età compresa fra 44 e 55 anni e addirittura fino al 26% se si prendono in considerazione le persone fino a 59 anni.

A fronte di questi dati, si possono evincere almeno due importanti considerazioni: la prima è che il digital divide tra le generazioni potrebbe provocare delle lacune educative; la seconda, e più importante, riguarda la diffusione crescente della banda larga, che pone seri interrogativi sulle modalità di selezione dei contenuti che possono arrivare agli adolescenti e ai bambini in qualsiasi formato oggi esistente.

Dire che Internet ha trasformato il nostro modo di vivere non è un’esagerazione. Chat, forum, newsgroup, blog sono i nuovi luoghi di socializzazione e di comunicazione.

L’utilizzo del Web per chattare, per esempio, è particolarmente diffuso tra i giovani di 15-24 anni (oltre il 57%), così come ascoltare la radio, guardare programmi televisivi su Web (oltre il 31% dei giovani di questa fascia di età). L’uso di Internet per giocare, scaricare giochi, immagini e file musicali è particolarmente diffuso tra le persone di 6-24 anni (oltre il 57%), mentre la ricerca di lavoro su Internet è particolarmente diffusa tra i 20 e i 34 anni (oltre il 30%).

La crescita di Internet si accompagna però a quella dei crimini informatici, che preoccupano la collettività e le singole famiglie. I rischi cui sono esposti principalmente i ragazzi e i bambini si possono riassumere in 3 categorie:

  1. Contenuti: inappropriati come la pornografia, la violenza, il razzismo o la pedopornografia, illegali, portatori di malware e altri
  2. Contatti: durante il processo di grooming per l’adescamento possono essere utilizzate immagini pedopornografiche per normalizzare la relazione fra adulto e minore, oppure il ragazzo/a potrebbe essere spinto/a a inviare immagini sessualizzate di se.
  3. Commerciali: i bambini possono ricevere offerte online di prodotti o servizi che possono esporre loro e le loro famiglie a minacce alla privacy, frodi e furto di identità.

I bambini non sempre applicano alle loro esperienze su Internet gli stessi atteggiamenti spontaneamente prudenti che hanno nei rapporti interpersonali. La relazione online non facilita la consapevolezza dei rischi da parte dei bambini e i genitori non sono ancora in grado di insegnare loro come comportarsi sulla rete.


Internet e la globalizzazione del fenomeno della pedopornografia

ICMEC[1], il centro Internazionale per i bambini dispersi e sfruttati (International Centre for missing and exploited children), stima che ogni giorno vengano caricate su Internet 200 nuove immagini pedopornografiche, mentre la Rete già ne contiene milioni, ad opera di associazioni criminali che lo fanno a fini commerciali, e/o di persone che sono interessate sessualmente ai minori.

Un’immagine pedopornografica è la registrazione visiva della violenza sessuale su un bambino/a ed è quindi la prova di un crimine commesso. Nessuna immagine pedopornografica viene realmente prodotta senza sofferenza o sfruttamento del bambino o dell’adolescente e, come tale, rappresenta sempre una violazione dei diritti dei minori. Le immagini degli abusi sono diffuse soprattutto attraverso Internet e altre nuove tecnologie, permettendo a chiunque nel mondo di vedere le immagini degli abusi sui bambini ivi presenti, globalizzando il fenomeno della pedopornografia e riproducendo il processo di vittimizzazione un numero indeterminato di volte.

Il problema è che, nonostante la quantità di immagini che circola nel web sia enorme, pochissimi dei minori presenti nelle immagini vengono identificati e possono quindi usufruire di un’assistenza terapeutica che li aiuti a superare il trauma dell’abuso subito.


Le indicazioni Internazionali e la posizione dell’Italia

Il quadro di riferimento principale è offerto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) del 1989: U.N. Convention on the Rights of the Child (02/09/1990), il primo e più importante riferimento normativo di carattere internazionale a affrontare il delicato tema, tra gli altri, del diritto all’informazione dei bambini e degli adolescenti, della loro effettiva partecipazione alle fonti di informazione e della loro sicurezza e protezione da qualsiasi tipo di pericolo in cui possano incorrere.

Il diritto alla navigazione sicura in Internet trova un indubbio riferimento nella CRC. L’art. 17 impegna gli Stati ad adottare tutte le misure necessarie affinché il rapporto che i bambini e gli adolescenti hanno con i media in generale sia tale da consentire l’accesso alle informazioni in maniera partecipata e sicura. L’art 34 impegna gli Stati a proteggere i bambini dallo sfruttamento e dall’abuso sessuale, dalla prostituzione e dal coinvolgimento nella produzione di materiali pornografici.

Di seguito gli altri interventi a livello internazionale:

  • U.N. Convention against the Transnational Organized Crime & its two Protocols (15/11/2000)
  • Council of Europe Convention on Cybercrime (23/11/2001)
  • Optional Protocol to the Convention on the Rights of the Child on the sale of children, child prostitution and child pornography (18/1/2002)
  • Council Framework Decision 2004/68/JHA on combating the sexual exploitation of children and child pornography (22/12/2003)
  • Council of Europe Convention on the Protection of Children against Sexual Exploitation and Sexual Abuse (25/10/2007) (firmato ma non ratificato)

L’Italia è oggi, tra le nazioni del mondo, una delle più avanzate sotto il profilo della compliance con le direttive.


Azioni effettuate a livello governativo:

1. Comitato Interministeriale di Coordinamento per la Lotta alla Pedofilia (CICLOPE) in 2002;

2. National Centre for Combating Child Pornography on the Internet presso il Ministero dell’Interno, (2002)

3. Osservatorio sulla Pedofilia, istituito dalla legge 38/06


Azioni effettuate a livello legislative:

Criminalizzazione delle offese, rafforzamento delle pene, extraterritorialità. Articoli 600-3, e 600-4 del Codice penale; Articoli 266, 266-bis, 380 del Codice di procedura penale;


Le Hotlines più importanti:

1. Stop-it: creata nel 2002 da Save the Children Italy (membro di Inhope dal 2003), finanziata dal Programma Safer Internet dell’Unione Europea.

2. Hot114: create nel 2005 da Telefono Azzurro (membro di Inhope dal 2006)


Azioni effettuate dal servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni

1. Coinvolti attivamente e efficacemente nella cooperazione internazionale con forze di polizia estere;

2. Investigazioni sotto copertura;

3. Miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia; utilizzo di strumenti e personale addizionale es. CETS (Children Exploitation tracking system)

4. Coinvolti nell’analisi delle immagini Pedopornografiche;

5. Coinvolti nell’investigazione dei siti di commercio di immagini Pedopornografiche;

6. Blacklisting e filtering dei siti Pedopornografici

Dal punto di vista della percezione dei ragazzi, e soprattutto dei genitori, i dati dell’Eurobarometro evidenziano, in Italia, un forte gap generazionale come emerge anche dai risultati delle indagini riportate a lato nelle pagine precedenti.

In questa direzione, la Commissione Europea ha varato un nuovo programma sulla sicurezza in rete denominato Safer Internet 2009-2013, che prevede uno stanziamento di 55 milioni di euro per intensificare le attività volte a garantire una navigazione sicura. Questo è il terzo piano di intervento pluriennale promosso dalla Commissione Europea in materia di Nuove Tecnologie dal 1999.

Le azioni del Programma quinquennale:

  • creare e consolidare punti di contatto nazionali ai quali segnalare i contenuti illeciti e i comportamenti dannosi on line;
  • incoraggiare le iniziative di autoregolazione, con il coinvolgimento dei minori;
  • promuovere campagne di sensibilizzazione per accrescere la consapevolezza di bambini, genitori e insegnanti;
  • creare un network europeo di esperti nella sicurezza on line dei bambini.

Fiore e Ombre - cc mbd.marco

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