Il satanismo: un atto di fede rovesciato

 In Sotto il Segno del Culto, N. 2 - giugno 2011, Anno 2

«Esiste un mondo sommerso in cui fantasie patologiche camuffate da idee vengono agitate da impostori e fanatici non privi di cultura per la gioia di un pubblico ignorante e superstizioso. Ci sono tempi in cui quel mondo sotterraneo emerge dagli abissi e in un istante seduce, cattura e domina masse di persone solitamente sane e rispettabili» 
Norman Cohn

 

Il Male e il Maligno hanno da sempre esercitato sull’uomo un loro fascino. Il Diavolo è stato nei secoli il protagonista per eccellenza di molti racconti popolari. Per tutto il Medio Evo, fino all’epoca moderna, l’epopea del Diavolo al comando delle sue legioni è stata una realtà domestica raccontata davanti al focolare, la sera prima di coricarsi. Nelle piazze e per le vie si inscenavano rappresentazioni e pantomime dove il Maligno era il terribile protagonista colpevole di devastare il raccolto, di far strage di animali, di impossessarsi dell’anima degli uomini per spingerli alla violenza o per convocare la streghe ai Sabba. Lui, sempre Lui, era nella grandine e nella tempesta, nell’inondazione e nella siccità. I sacerdoti dai pulpiti delle chiese tuonavano contro di Lui e contro chi, da Lui, si lasciava sedurre. Intanto dagli intarsi delle vetrate e dagli affreschi dei muri delle stesse chiese si sporgeva ghignante e beffardo il suo volto circondato dalle sue legioni: facce sottili, astute, maliziose e terrificanti. E più aumentava il potere a Lui attribuito più cresceva la sua attrattiva sull’uomo.

L’uomo, attingendo al proprio immaginario, ha costantemente dato un volto e un corpo a qualsivoglia entità soprannaturale. Il Diavolo come Dio non fa eccezione. E per meglio rappresentarli l’uomo li ha raffigurati a sua immagine, capovolgendo il passo biblico della Genesi che vuole che Dio “faccia l’uomo a sua immagine e somiglianza”. E se Dio impersona la bontà infinita ed eterna, il Diavolo incarna la quintessenza del male, colui che ribellandosi a Dio pecca di protervia e fa di sé il grande nemico ultraterreno, “il dio di questo mondo”. La presa del potere sul mondo del genere umano da parte dell’arcangelo ribelle, secondo la tradizione cristiana, pone il Diavolo in una posizione quasi divina, trasformando, nelle menti di alcuni, l’atto infame della ribellione a Dio in atto di conquista. Ne consegue un’idea di magnificenza nell’alterigia e nel potere del Diavolo. Perciò niente di strano se qualcuno decide di porsi al suo servizio. Lucifero nella metafora diventa l’uomo che si ribella e la sua tracotanza, scambiata per fierezza, paradossalmente sembra dare una nobile origine al male. Recita un quaderno di rituali satanici: «Ma Satana – il cui nome significa ‘oppositore’, accende gli animi con la scintilla della ribellione. È stato giusto liberare Barabba e crocifiggere Cristo. È stata la vittoria dell’artefice della lotta di un popolo per la libertà contro chi voleva dare a Cesare quello che di Cesare non era: la sottomissione[1]». Il Diavolo si veste quindi di romanticismo e alla titanica figura poetica dell’arciribelle che si pone contro l’autoritarismo di Dio segue un impulso di ammirazione: l’intrepido e l’irridente dinanzi alla superiore forza divina esce non umiliato dalla sconfitta.

Ecco allora che il Diavolo per i suoi adoratori non è un dio malvagio, ma un dio “buono” che intende liberare gli uomini dalla schiavitù nella quale il Dio dei Cristiani li ha gettati. Ovviamente per il satanista il termine “buono” ha un significato molto diverso da quello che questo termine assume per chi non adora Satana. Il capovolgimento del termine “buono” porta come suo naturale compimento lo stravolgimento del termine “cattivo”. Le istituzioni del cristianesimo ‑ le sue Chiese di riferimento, la Cattolica in prima linea ‑ dai satanisti sono considerate ripugnanti, luoghi dove si celebra l’adorazione di un dio nefasto, e per questo il satanista è tenuto a profanare queste cerimonie. La profanazione non vuole essere semplicemente un atto di culto a Satana, ma un atto indispensabile per catturare il potere che si crede insito nel rituale cristiano e quindi volgere quest’ultimo ad uso satanico. Il seguace di Satana si considera un devoto e nella pratica dei rituali mette tutta la passione necessaria. Spesso si sente un mistico e crede di effettuare la più alta manifestazione del sacrilegio nell’abbandonarsi a pratiche sessuali aberranti davanti alle immagini di Cristo o della Madonna per meglio sfidare il Dio della Bibbia.

Le quattro correnti principali

Per una maggior comprensione del fenomeno satanista è necessario distinguere fra satanisti solitari, piccoli gruppi di satanismo acido e organizzazioni a struttura nazionale o internazionale.

Per quanto riguarda le grandi “chiese” sataniche è naturalmente più facile avere notizie di una loro attività in una data zona. Così non avviene per i piccoli gruppi di satanisti acidi o per i satanisti solitari. In genere, di questi, si ha notizia solo quando avviene un fatto criminale che li porta alla ribalta delle cronache come possibili esecutori. Queste categorie sono presenti anche in Italia, compresa quella del satanista solitario. Lo dimostra l’esistenza sul mercato di ditte specializzate su Internet che offrono la spedizione postale su catalogo, come avviene negli Stati Uniti, di tutto il necessario per organizzare un rito satanico in casa propria. E neppure manca un legame dottrinale e virtuale fra satanisti solitari, piccoli gruppi e grandi “chiese” sataniche.

All’interno della differenziazione fenomenologica è possibile anche una distinzione motivazionale e di prassi tra le diverse categorie, per esempio per la simbologia e i riti adottati dai vari gruppi, anche se la presenza costante di elementi sincretistici costituisce un elemento che complica ulteriormente un quadro già di per se difficile da ricomporre. Detto questo, all’interno del mondo satanista si possono evidenziare quattro differenti correnti principali:

  1. Il satanismo razionalista: già nell’Inghilterra del Settecento, in ambienti illuministi e libertini, veniva praticato il satanismo razionalista o ludico. Questi ambienti venivano accusati di praticare messe nere e riti blasfemi. Per i libertini illuministi inglesi si trattava di esprimere la loro ribellione contro la religione dominante e l’ordine costituito attraverso una parodia blasfema dei riti del cristianesimo. Questo satanismo ludico è servito come fonte di ispirazione ai fondatori del satanismo moderno. Il satanismo razionalista ha dato poi a sua volta origine a rituali che sono stati adottati da quasi tutti gli altri gruppi di ispirazione razionalista. Dal punto di vista dottrinale questo satanismo venera Satana non come persona ma come simbolo della trasgressione e della ragione: gli adepti affermano di non credere affatto al soprannaturale, ma di celebrare l’adorazione del demonio e i riti satanici come psicodramma terapeutico. Satana è la rappresentazione del Male per una visione del mondo anticristiana, dove il suo ruolo largamente simbolico autorizza il satanismo come religione potenzialmente atea. Questo non toglie che molti riti, simboli e pratiche tipiche a ogni tipo di satanismo si ritrovino anche nei gruppi razionalisti: inni a Satana, messe nere, orge, profanazione di simboli cristiani. Ma i riti sono visti in una funzione catartica: ci si libera dalle “superstizioni oscurantiste” cristiane solo negandole violentemente. Lo scopo è di affrancare l’adepto dal retaggio religioso e morale cristiano. Fondato sulla concezione filosofica secondo la quale il piacere è il sommo bene dell’uomo, e il suo conseguimento il fine esclusivo della vita, questo tipo di pensiero abbraccia Satana quale emblema di anticonformismo ed edonismo che si fa tutt’uno con il culto della ragione, della natura, della vita. In teoria il satanismo razionalista sembra mosso più da un desiderio di provocazione intellettuale che da una vera e propria professione di fede. Nella prassi le differenze con altre forme di satanismo, per esempio quello occultista, si fanno più incerte. Lo dimostrano alcuni gruppi satanici sorti come razionalisti e poi man mano frammentatisi per la diaspora della maggior parte degli adepti che, divenuti sempre più occultisti, abbandonano il fondatore e alcune sue dottrine.
  2. Il satanismo occultista: negli ambienti illuministi e libertini, della Francia del Settecento si privilegiava il satanismo occultista, confidando che entrare in contatto con Satana portasse a conseguire reali benefici. Questo satanismo si fregiava già delle sue messe nere seicentesche e, alla fine dell’Ottocento, era ancora notevolmente attivo e segretissimo. Negli Stati Uniti il satanismo occultista moderno nasce da una serie di scismi del satanismo razionalista che hanno dato origine a quella che può essere considerata la maggiore costellazione satanista contemporanea. Il satanismo occultista è fondato sull’accettazione della visione del mondo contenuta nella Bibbia: la storia della Creazione e la cacciata dal cielo degli angeli ribelli poi divenuti demoni. Alla base c’è l’adorazione di Satana quale dio, e dei suoi demoni come guide spirituali. Lo spunto dottrinale, per molti versi, origina dalla stessa iconografia cristiana, ed in particolare della tradizione ebraica, con le sue particolareggiate descrizioni della geenna e delle corti infernali. I satanisti occultisti credono fermamente che Satana sia il cherubino scacciato dall’Eden, e il grande responsabile del Male. Ed è quindi con cognizione di causa che vengono a patti con lui. I suoi leader sostengono di poter evocare Satana e di ricevere da lui delle rivelazioni, gli adepti credono che Satana sia il principe del Male e scelgono di stare dalla sua parte. La messa nera è una puntuale inversione del rito cattolico costituita principalmente da un proclamato odio verso il Creatore e verso il Cristo, spesso offeso attraverso un crocefisso blasfemo o grottesco. Ci si rivolge verso un altare dove compaiono, insieme ad oggetti del culto cattolico tradizionale, amuleti e reliquiari più tipicamente magici. Il lato più inquietante del loro gelido odio verso Dio è insito nella natura esaltata degli adepti, dai quali è verosimile attendersi gesti di fanatismo spinti alle estreme conseguenze.
  3. Luciferismo: d’ispirazione filosofico-religiosa di tipo manicheo o gnostico, che traduce in miti e riti teologie in cui Satana o Lucifero è oggetto di venerazione all’interno di cosmologie che ne fanno un aspetto buono o comunque necessario del sacro. Lucifero il “principe perfetto”, il cui nome indicava anticamente la stella del mattino. Lucifero, portatore di luce. Uno dei due princìpi vitali da cui è scaturito l’universo: non il Male ma l’antagonista, l’opposto di Dio e altrettanto necessario. Il luciferismo ritiene che anche la storia biblica, come altre storie, sia stata scritta dai vincitori, e che Satana sia in realtà una figura molto più positiva di quanto la Bibbia, nella sua attuale versione, voglia farci credere. Erano luciferiani, più che satanisti, i movimenti abbastanza diffusi nella Francia e nell’Inghilterra dell’Ottocento dove Dio è il demiurgo responsabile del carattere imperfetto del mondo, mentre Satana è il capostipite della ribellione degli uomini contro di lui.
  4. Il satanismo acido: legato alle esperienze del mondo della controcultura e della droga. Il satanismo acido sfugge alle indagini e agli inventari. È un fenomeno clandestino, composto da una costellazione di piccoli gruppi che si riuniscono, celebrano riti, si sfaldano e non vengono notati da nessuno se non quando le loro attività diventano chiaramente illegali e le autorità intervengono. Si possono indicare delle linee di tendenza e abbozzare una tipologia di satanisti acidi. Per quanto riguarda la controcultura nata in California, si tratta di un movimento di contestazione globale che ha favorito l’emergere di diverse forme di nuova religiosità contemporanea. Satana come simbolo della ribellione estrema. Si utilizzano gli stessi simboli, si ascolta la stessa musica, e si legge la stessa letteratura, in genere le opere di La Vey. La maggioranza dei gruppi di satanismo acido che sono stati identificati e descritti corrisponde a uno schema che tende a ripetersi: dieci, quindici giovani fra i quattordici e i venticinque anni, talora guidati da un adulto, che si associano principalmente per consumare droga, leggere testi di satanismo, ascoltare musica rock satanica e riprodurre, spesso in maniera rudimentale, i rituali satanici. I satanisti “acidi”, spesso sotto l’effetto di sostanze allucinogene, sono convinti di invocare ed incontrare il demonio. Il culto del Signore del Male può anche essere preso come pretesto per dare sfogo ad intime perversioni: droga, orge, pratiche sessuali estreme, sadismo o pedofilia, gesti vandalici contro edifici di culto, violazioni di tombe, violenza verbale e fisica. Il cocktail droga, alcool e satanismo, può produrre comportamenti effettivamente pericolosi.

Un atto di fede rovesciato

Il satanismo deve essere inteso come una fede di tipo “filosofico/religioso” e come tale condivisa da tutta la comunità satanista attraverso l’adesione al gruppo e la cooperazione infra-gruppale di attività sessuali. E questo avviene anche se alcune correnti di satanisti non amano definirsi una religione, ma una “corrente di pensiero”, un “movimento liberatorio della propria personalità”, intesa come pratica che affranca dai veleni accumulati in una vita di imposizioni educative nefaste. Per raggiungere questo scopo sono convinti che il fine giustifichi i mezzi, ritenendo l’accezione “satanica” superiore a qualsiasi legge umana. Nel culto satanico, perciò, i “vecchi valori” del cristianesimo vanno rigettati in virtù di un “nuovo sistema di valori” che si pone come anti-istituzionale. Questo “nuovo sistema di valori” stigmatizza il sacro e lo dissacra attraverso pratiche sessuali spesso aberranti.

La messa nera, che altro non è che una profanazione e parodia della messa cattolica, corrisponde a una “reale” messa al contrario il cui fine è quello di oltraggiare il Cristo e la sua religione. Gli arredi sacri cattolici e l’ostia sono stati impiegati nel tempo per ogni genere di stregoneria e satanismo e da sempre sono stati sottratti criminosamente dalle chiese. La loro sacralità per i satanisti non è solo un veicolo di forza magica: il loro uso, o meglio abuso, è principalmente fonte di potere. Per portare a termine i loro incantesimi malefici profanano ogni immagine sacra per la cristianità. La perversa eccitazione che deriva da questi atti blasfemi genererebbe una corrente di forza mistica per cui il sacrilegio è una delle componenti essenziali della messa nera.

La loro diffusione

Il successo del satanismo in Europa e in paesi come l’Italia non è comprensibile se non si tiene conto dell’antica tradizione magico occultista e iniziatica che per secoli ha interessato le diverse nazioni europee con un forte potere talvolta anche politico. Basti pensare che fin dal Seicento e dal Settecento le tradizioni magiche occultistiche si rifacevano a conoscenze e rituali adottati da gruppi di frangia massonica talora dediti a parodie anticlericali. Una ricca eredità che è arrivata fino alla magia cerimoniale di Crowley a cui la ritualità dei moderni satanisti deve moltissimo.

Il satanismo contemporaneo acquista la sua forma attuale dal sincretismo di diverse “scuole”. Molti rituali ai quali oggi i satanisti ricorrono nelle loro messe nere, sono dunque il frutto di un satanismo “fai da te” che prende suggerimento comunque dalla lettura di testi ritualistici dei secoli precedenti. Da non sottovalutare l’apporto consistente della magia nera con la quale esistono interscambi frequentissimi. La presenza di correnti transculturali come lo yu-yu africano o il woodoo, con le sue derivazioni afro-brasiliane come la santeria o la neo-stregoneria, fa sì che il satanismo attuale possa attingere e servirsi di una serie di pratiche e rituali varie e dalla matrice sincretista.

Le sette sataniche o pseudo-tali rappresentano ancora oggi un’incognita totale. Un fenomeno ampio, ma con statistiche scarne. Un sommerso di votati al demonio che sfugge ad ogni controllo. Della loro diffusione non si hanno dati certi. Non abbiamo idea di cosa stia succedendo, per esempio, nei Paesi dell’Est, in Africa, in Asia, in India. Sappiamo ben poco sul numero di gruppi che, sempre più spesso, in base a credenze sincretiste, si organizzano o si riorganizzano magari risorgendo dalle ceneri di “vecchi” o “nuovi” culti. L’Italia non fa certo eccezione. Guru, santoni, sacerdoti neri, leader di culti vari sposano dottrine occultiste apprese dalle molte scuole sataniche d’America e non solo. Altre credenze oscure e sadiche ci vengono traghettate dagli immigrati africani e latinoamericani, altre ci giungono dall’Oriente. Le devianze religiose proprie di un popolo non sono più circoscritte a una singola cultura, ma oggi riguardano anche paesi che ospitano sul proprio territorio le persone che giungono dai luoghi dove certi riti sono nati. In Italia il proliferare di questi culti sta chiaramente dimostrando quanto siano inadeguati i nostri mezzi di controllo e di monitoraggio. Serve, quindi, la massima informazione. Arma umana per lottare contro un demonio umano, troppo umano.

Il satanismo è una follia, qualcosa che ti porta fuori dalla realtà. Almeno così si pensa. Ma se gli togli la scenografia fatta di abiti, candele, riti, cosa resta? Prepotenza, violenza, business, individualismo. Aspetti di cui si alimenta purtroppo di frequente il mondo in cui viviamo.

 

Bibliografia

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Zappalà A., “Delitti rituali”, Centro Scientifico, Torino 2004.

 


[1]I rituali satanici, stampato in privato. Città di Firenze. Equinozio d’autunno 2000.

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