Omicidio a Piazza Bologna. Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti

 In SegnaLibro, N. 2 - giugno 2014, Anno 5
Omicidio a Piazza Bologna. Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti Fabio Sanvitale Armando Palmegiani Sovera edizioni

Omicidio a Piazza Bologna. Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti
Fabio Sanvitale Armando Palmegiani
Sovera edizioni

Roma. L’11 settembre 1958, in via Ernesto Monaci 21, una tranquilla strada vicino a Piazza Bologna, la signora Maria Martirano non può più sentire il campanello che ripetutamente rompe il silenzio del primo mattino, né rispondere al telefono. La signora Martirano, moglie del geometra Giovanni Fenaroli, titolare della Fenarolimprese, che vive cinque giorni su sette a Milano, giace sul pavimento della cucina: è morta, strangolata.

È l’inizio del caso Fenaroli, che il giornalista investigativo Fabio Sanvitale e il criminalista Armando Palmegiani analizzano nel loro terzo libro “Omicidio a Piazza Bologna. Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti”.

Per il nostro Paese, questo è l’anno della legge Merlin, di Modugno che vince Sanremo con Nel blu dipinto di blu, dell’elezione di Papa Roncalli e dell’inaugurazione del primo tratto dell’Autostrada del Sole. E in questa Italia che va verso la Dolce vita, questo è il primo delitto “moderno”. Per la prima volta si parla di sicari e mandanti, per la prima volta la pianificazione del delitto è talmente chirurgica da prevedere incastri al secondo tra corse in macchina, treni e aerei per spostarsi da Milano a Roma, per l’epoca una distanza siderale, “cose da ricchi”: è un film che esce dagli schermi e invade la realtà. E ancora, polizze assicurative, firme false, testimoni che vedono troppo o troppo poco, uomini che non lasciano impronte digitali: il tutto per un omicidio freddo, calcolato, lontano dal “delitto d’ambiente” della contessa Bellentani o dalla strage familiare compiuta da Rina Fort.

Nella storia criminale del dopoguerra il caso Fenaroli diventa il giallo del secolo, il caso per quale ventimila persone decidono di attendere la pronuncia della sentenza fino alle 5 del mattino. E lo è per l’alone di incertezza che aleggia su tutta la vicenda, per l’assenza di una prova chiave, per le lacune dell’accusa (trentatré i punti oscuri che l’avvocato Francesco Carnelutti, difensore di Fenaroli, indicò nella sua celeberrima arringa).

Un “giallo matrioska”, quello dell’omicidio Martirano. Forse un errore giudiziario, prove costruite ad hoc, una stampa che, alimentata da dosate indiscrezioni da parte della Questura di Roma, produce una marea di articoli che conducono verso un’unica ipotesi: che la donna sia stata eliminata per ragioni d’interesse dal marito Giovanni Fenaroli per mano di un sicario, Raul Ghiani, ventottenne elettrotecnico milanese amico del Fenaroli.

O forse no. Nel delitto della Martirano non c’entrano le polizze assicurative, né i treni, né gli aerei. Forse in questo caso c’è dentro un’altra lettura, forse va riscritto secondo altre ipotesi, altre piste. E allora si trova un’altra storia, quella di un ricatto che marito e moglie fanno a un sottosegretario, e dell’intervento dei Servizi per recuperare un “fastidioso” dossier che Fenaroli teneva a Roma e che provava che l’ascesa politica di un uomo di Stato sarebbe stata finanziata da un ente petrolifero, cosa che avrebbe portato a una Tangentopoli ante litteram. Documenti di cui entrare in possesso in una notte di settembre che si conclude col cadavere di una donna in via Monaci 21.

Ancora una volta Sanvitale e Palmegiani portano il lettore indietro nel tempo, ricostruendo con piglio fotografico l’ambiente e il periodo, con le città, Roma e Milano, che non si limitano a fare da sfondo alla storia ma si “muovono” insieme ad essa. Scopo del libro non è il mero racconto, ma, come già nei due precedenti, controllare puntigliosamente gli atti, ricercare testimoni e protagonisti e, avvalendosi della collaborazione di esperti nelle varie discipline investigative, rileggere i fatti con gli occhi e le tecniche odierne, percorrendo e testando empiricamente la validità o meno di prove e accuse. Strade già battute, forse, ma che questo libro illumina di una luce nuova.

 

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