Genitorialità. Fattori biologici e culturali dell’essere genitori

 In SegnaLibro, N. 4 - dicembre 2015, Anno 6

“Il compito di essere genitori e di allevare, far crescere e far diventare adulto un piccolo è il compito principale che l’evoluzione ha assegnato a un uomo e a una donna per garantire la sopravvivenza della specie” (p. 7). 

 

Genitorialità. Fattori biologici e culturali dell’essere genitori - M.H.Bornstein, P.Venuti - Ed. Il Mulino, 2013

Genitorialità. Fattori biologici e culturali dell’essere genitori – M.H.Bornstein, P.Venuti – Ed. Il Mulino, 2013

 Se la creazione di una nuova umanità parte dalla generazione di un figlio, è essenziale formare una genitorialità attenta e partecipe, consapevole e responsabile che divenga una guida capace di accompagnare il figlio durante la sua crescita. La famiglia è lo spazio in cui l’essere umano getta le basi per esperire la propria esistenza, la sua primaria e più plasmante formazione avviene all’interno delle mura domestiche, soprattutto l’intersoggettività dei legami famigliari permette di conoscere sé stessi insieme alla relazione con l’Altro. I genitori hanno il compito di favorire, costruire la formazione dell’Uomo e possono farlo nel momento in cui le evidenze riconoscono che “la relazione parentale è la relazione unica e fondamentale che influenzerà per tutta la vita gli esseri umani” (p. 11), la vita si umanizza all’interno della famiglia.

Ma chi sono i genitori? Che cos’è la genitorialità?

“Genitorialità. Fattori biologici e culturali dell’essere genitori” è un libro scritto a quattro mani da Marc H. Bornstein (direttore del Centro di ricerca per l’infanzia e la famiglia Eunice Kennedy Shriver – NICHID di Bethesda, MD) e Paola Venuti (Professore Ordinario di Psicologia dinamica e Psicopatologia clinica all’Università di Trento), che studiano il tema dell’essere padre e madre da più di 25 anni. Il libro, infatti, raccoglie con piglio critico e arguto i risultati delle ricerche condotte. I due autori analizzano le sfaccettature comportamentali e i fattori che determinano la costruzione della genitorialità, vagliando aspetti culturali e biologici, nonché le idee e le credenze che la compongono.

L’approccio con cui viene affrontata la vasta tematica è quello cross-culturale ivi comprendendo i recenti studi delle neuroscienze, che permette di portare alla luce i tratti universali e gli specifici dell’essere genitori. Il taglio culturalmente sensibile offre uno studio puntuale, descrittivo, ampio e interpretativo che cerca di mostrare le sfaccettature della genitorialità svincolandola dai costrutti socialmente definiti e portando alla luce i nascosti di molte pratiche genitoriali, come esplicitano gli autori, “studiare lo sviluppo e la genitorialità, in una prospettiva culturale, può condurre a capire come i genitori in contesti diversi giungano a pesare, sentire, agire nel loro modo di essere genitore” (p. 38).

Già dall’introduzione del volume il lettore viene introiettato nelle tematiche che verranno approfondite nello scorrere delle pagine, partendo dall’analisi dei diversi contesti e habitat che plasmano i comportamenti genitoriali, anche analizzando le variabili relative alla trasmissione genetica, in un quid pluris che unisce circa 70 anni di ricerche.

I primi due capitoli accompagnano il lettore nella cornice in cui si posizionano le ricerche, mostrando con un breve, ma chiaro, excursus storico le principali teorie che si sono occupate della genitorialità affiancate dall’attenta considerazione sui vantaggi di affrontare lo studio con un approccio cross-culturale.

Tuttavia, il cuore caldo del volume lo troviamo nei capitoli centrali che affrontano in modo diretto e specifico l’essenza della genitorialità mostrando e scardinando le idee e le credenze che concorrono a formare, modellandolo, tale costrutto, diverso da cultura a cultura, con i fattori che influenzano il genitore: quelli afferenti allo sviluppo psicofisico del bambino, i processi intrapsichici e di crescita dello stesso genitore, il contesto parentale, socioeconomico e culturale in cui la famiglia è inserita. Il dato da notare è che a tutte le età, il contesto socioeconomico è fondamentale per “la salute fisica, il benessere psicologico e il raggiungimento di obiettivi a livello sociale e culturale” (p. 120).

I genitori plasmano e influenzano lo sviluppo e l’esperienza del bambino, essi ricoprono sia un ruolo sociale, permettendo l’inculturazione e la socializzazione del figlio, riproducono alcune tipologie di comportamenti universali rintracciabili nella “tassonomia della genitorialità” (nurturant, accudimento fisico, stimolazione sociale, stimolazione didattica, accudimento materiale). Proprio il terzo capitolo offre una disamina molto interessante e stimolante delle basi biologiche delle differenze tra il ruolo materno e quello paterno, rifacendosi al concetto di comportamento stabile e labile di Hinde (stante il quale il ruolo materno ha basi biologiche mentre quello paterno è culturalmente e storicamente definito). In ogni caso, le evidenze riconoscono quanto sia essenziale l’insieme famigliare, padre e madre che pur mantenendo ruoli diversi, divengono i pilastri del bambino. I genitori sono un unicum che educa e forma l’Uomo. Proprio per tale ragione gli autori esaminano tre contesti chiave in cui i genitori agiscono sullo sviluppo del bambino: la responsiveness, il linguaggio e il gioco. L’analisi di tali contesti di interazione fra genitori e figli evidenzia quanto la relazione, autentica, sia essenziale per la crescita del bambino. La rilevanza della reciprocità fra genitore e figlio è ancora più chiara nel capitolo sulla genitorialità difficile in cui le evidenze mostrano che la qualità delle interazioni parentali influenzano notevolmente lo sviluppo dei bambini con ritardo mentale.

Lungo tutto il volume gli autori hanno cercato di disambiguare i fattori che plasmano la genitorialità, districando come i fili di una matassa, gli elementi culturali e quelli prettamente biologici che formano il genitore. Nell’ultimo capitolo essi cercano di trovare delle risposte ai comportamenti universali, spostando il loro interesse verso il recentissimo filone delle ricerche neuroscientifiche che, utilizzando tecniche di neuroimmagine (in particolare risonanza magnetica funzionale), sta cercando di individuare i diversi meccanismi neurobiologici che si attivano durante le interazioni genitore-figlio.

L’analisi interdisciplinare che emerge dalle pagine del libro è complessa e attenta ai vari volti della genitorialità, porta alla luce molte evidenze ma al contempo pone l’invito a continuare le ricerche per poter attivare più adeguati interventi a sostegno della relazione tra genitore e figlio. Si può imparare ad essere genitori. Il sostegno alla genitorialità, ancor più oggi nella nostra società globale, è un impegno sociale di massima importanza perché sostenere la relazione parentale vuol dire contribuire a creare una nuova umanità. Dobbiamo guardare alla relazione come un terreno fertile per promuovere la salute e il miglioramento delle competenze parentali, in quanto “i genitori e i loro figli interagiscono nel tempo per costruire la genitorialità e l’infanzia” (p. 24).

 

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