I minori e i rischi di Internet

 In @buse, N. 1 - marzo 2010, Anno 1

Proposte di intervento per una strategia nazionale condivisa : Coesione e Sinergia tra Istituzioni, Onlus e Industria per una prevenzione sistemica

La tecnologia ha creato un nuovo “villaggio globale” in cui persone e contenuti provenienti da ogni parte del mondo sono accessibili con facilità. Ne consegue che investire nella sicurezza in Internet è diventato importante quanto investire nella sicurezza stradale. Per questo occorre offrire alle famiglie gli strumenti per tutelare la propria sicurezza e la propria privacy, attraverso tecnologie e strumenti aggiornati e la disponibilità di attività di formazione e informazione, il tutto nel quadro di una legislazione coerente.

Per contenere questo fenomeno è necessaria una strategia condivisa a livello nazionale e, in prospettiva, globale che sfrutti le potenzialità della rete stessa e delle sue caratteristiche altrettanto globali. Le proposte di seguito riportate, di intervento a supporto di una strategia nazionale condivisa sulla Children Online Safety, sono emerse dalla tavola rotonda sulla Children Online Safety organizzata in occasione della formazione ICMEC alle Forze dell’ordine.

Un documento contenente tali proposte è stato consegnato direttamente al Ministro Carfagna in occasione del III Congresso mondiale sullo Sfruttamento sessuale dei bambini e degli adolescenti svoltosi a Rio De Janeiro dal 25 al 28 novembre 2008. I partecipanti alla suddetta tavola rotonda sono stati: On. Luca Barbareschi, Vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, Roberto Salvan, Direttore Generale di UNICEF, Cristiana De Paoli, Project Coordinator di Save The Children, Vittorio Rizzoli, Coordinatore Area Progetti Telefono Azzurro, Antonio Affinita, Direttore di MOIGE – Movimento Italiano Genitori, Don Fortunato Di Noto, Presidente dell’Associazione METER, Michele Crudele, Direttore Centro ELIS e ideatore di www.ilfiltro.it, Domenico Vulpiani, Direttore del Servizio Nazionale di Polizia Postale e delle Comunicazioni, Francesca Di Massimo, Responsabile Sicurezza e Internet Safety di Microsoft, Leila Ben Debba, Responsabile progetti Internazionali di ICMEC.


Priorità che richiedono un’azione comune:

Priorità (A): Focalizzare gli sforzi su una forte attività congiunta di influenzamento delle Istituzioni quali la Commissione Parlamentare per l’Infanzia, il Ministero dell’ Istruzione e il Ministero dello Sviluppo Economico.

Stimolare la produzione di un atto di indirizzo del Consiglio dei Ministri su chi deve condurre questo tema, proponendo un Comitato di esperti del quale questo gruppo di lavoro potrebbe fare parte e che dovrebbe comunque essere allargato a altri esperti.

Aggiornare e applicare il codice di autoregolamentazione incentrato sul tema “Internet e minori”.

Priorità (B): Proporre un piano formativo strutturato di Educazione ai Media condiviso e risultante dai lavori del sopra menzionato tavolo di lavoro, coinvolgendo anche chi da anni si occupa di promuovere interventi di questo tipo, che venga integrato all’interno dei programmi didattici ministeriali per fornire a tutti gli studenti italiani, durante tutto il percorso scolastico, strumenti adeguati, che permettano loro di acquisire, le conoscenze e le competenze necessarie a proteggersi e difendersi online. Parallelamente è necessario predisporre un piano formativo strutturato dedicato agli insegnanti che includa una prima fase di start up accelerata (progetto pilota) e una seconda fase che, a regime, coinvolga direttamente e regolarmente il corpo docente.

Priorità (C): Promuovere il ruolo educativo dei genitori poiché il problema della sicurezza nell’utilizzo di Internet non va visto solo in termini tecnici (vedi l’alfabetizzazione informatica, necessaria ma non sufficiente), ma anche e soprattutto relazionali e affettive. Modificare la percezione dei genitori rispetto alle reali possibilità che hanno per proteggere i propri figli, ma non solo, anche attraverso la promozione degli strumenti di controllo e protezione dell’esplorazione di Internet soprattutto per proteggere i bambini più piccoli.

Iniziare a orientare i nostri sforzi anche verso quelle “zone grigie”, ossia contro quei contenuti palesemente nocivi allo sviluppo del bambino ma che non si configurano come illeciti (proliferare dei siti pro-ana, pro-mia, istigatori alla violenza, al razzismo…).

Dirimere il potenziale conflitto tra azioni per la sicurezza e diritto alla privacy, al fine di realizzare pienamente il superiore interesse dei bambini e degli adolescenti, nel pieno rispetto della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Priorità (D): Armonizzare e standardizzare tutti i dati raccolti in relazione all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori che coinvolgano l’utilizzo delle nuove tecnologie e verificare l’istituzione di un sistema di referral.

Fiore e Ombre - cc mbd.marco

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