Nella setta
Ci sarà una ragione se Gianluigi Nuzzi lo ha definito “un’inchiesta sconvolgente” e se un altro Gianluca Nicoletti, voce storica e nota al grande pubblico di Radio24 – ha parlato di “un caso letterario”. E in effetti “Nella setta”, il libro-inchiesta di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, edito da Fandango Libri, sta già facendo molto discutere: dopo neanche una settimana (il libro è uscito in edicola il 15 novembre) già in ristampa e un’inchiesta aperta a Firenze su una delle organizzazioni trattate nel libro, l’archeosofia fondata da Tommaso Palamidessi. Ma non c’è da sorprendersi: sono 4 milioni, documentano i due giornalisti, le persone inghiottite da questo mondo torbido fatto di riti, iniziazioni, mantra, silenzi e omertà. Persone vittime di incredibili abusi psicologici, fisici ed economici.
Quello a cui si assiste nel corso del testo è un vero e proprio viaggio. Tutto parte da una delle più note organizzazioni mondiali, Scientology, nella cui sede milanese i due autori si sono infiltrati. Piccinni e Gazzanni offrono il quadro di come gli hubbardiani si approccino agli interessati: attenzioni, affetto, dialogo. Quello che, secondo i fuoriusciti, passa sotto il nome di “love bombing”: un vero e proprio bombardamento d’amore finalizzato a circuire la persona, allontanarla dal mondo esterno (familiari in primis) per renderla totalmente dipendente dal gruppo, dalla comunità, dall’organizzazione. Il lavoro prosegue, poi, analizzando altre organizzazioni, come la Federazione spirituale di Damanhur, in cui i “cittadini” non solo si ribattezzano, ma hanno una propria costituzione, una propria moneta e un proprio partito politico. In pratica, una sorta di stato-nello-stato in cui, dietro sorrisi e unione, si nascondono buchi neri. Tanto che una fuoriuscita, interpellata da Piccinni e Gazzanni, ricostruisce come dopo anni e anni di lavoro in nero, sia uscita con in mano pochi spiccioli. Ed è da qui che, non a caso, è nato un processo che, tra rinvii e ricorsi, è ancora in corso.
Ma non c’è da sorprendersi. Nell’inchiesta sono denunciati con chirurgica analisi gli incredibili abusi, non solo lavorativi (che ricorrono con una frequenza impressionante), ma anche sessuali che, spesso, le donne sono costrette a subire. Da Un Punto Macrobiotico (associazione il cui guru oggi è sotto inchiesta per reati gravi, che vanno dall’omicidio fino alla riduzione in schiavitù) a Mauro Cioni (condannato a 15 per violenze e, anche lui, riduzione in schiavitù), fino al Misa Yoga, controversa organizzazione il cui santone – Gregorian Bivolaru – è finito anche nel mirino dell’Europol poiché latitante.
Ha dello sconvolgente – come raccontano Piccinni e Gazzanni, e ricostruito con documenti inediti – quanto accaduto per anni anche nella comunità del Forteto nel Mugello, dove il “Profeta” Rodolfo Fiesoli vietava rapporti eterosessuali e agevolava quelli omosessuali, denigrava le donne, vessava i membri. E, nel frattempo, intesseva legami politici, come ricostruito nel libro. Un usus comune anche ad altre organizzazioni. Gazzanni e Piccinni analizzano con dovizia di particolari anche i legami politici ed economici che rendono l’occulto italiano così potente. E non parliamo solo delle piccole organizzazioni locali. Nel saggio si analizza la realtà di Scientology anche da questo punto di vista, arrivando fino alla Soka Gakkai che, nel frattempo, è diventata religione riconosciuta dallo Stato dopo la stipula dell’intesa (e dunque l’accesso all’otto per mille) avvenuta nel 2016. I due autori, però, inseriscono ugualmente nel libro l’organizzazione giapponese, in virtù del parere di esperti (anche internazionali, come Stephen Hassan), della voce di alcuni ex fedeli e di documenti esclusivi e a tratti inquietanti.
Le testimonianze raccolte mostrano un’altra faccia dell’organizzazione. Spazio, poi, a una mappatura dell’ignoto. Gli autori analizzano una serie inquietante di organizzazioni finora sconosciute che si sono mosse, fino ad oggi, nell’ombra. Dall’Archeosofia – presente in tutt’Italia ma la cui sede operativa è a Pistoia – fino ai monaci Durjaya in provincia di Torino.
Un quadro sconvolgente, dunque. Che si conclude con una riflessione da parte dei due autori: il mondo dell’occulto è vivo e vegeto innanzitutto per responsabilità istituzionali. In Italia, infatti, manca un reato specifico, quello di manipolazione mentale. Nonostante i tentativi falliti negli anni, il Parlamento ha sempre sottovalutato il fenomeno, lasciando l’incombenza di “soccorrere” vite distrutte a varie organizzazioni che, nella maggior parte dei casi, si regge con le sole proprie forze. È il caso, per esempio, dell’O.N.A.P. (Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici), diretto da Patrizia Santovecchi, che da anni accoglie le vittime delle organizzazioni settarie, assicurando soccorso psicologico e, se occorre, anche tutela legale (come nel caso delle vittime di UPM, per cui il contributo dell’O.N.A.P. è stato fondamentale). Un lavoro sotterraneo, quello condotto da queste associazioni, ma fondamentale. Da qui l’appello dei due autori, che hanno raccolto il j’accuse di specialisti, legali, psichiatri: oggi i mezzi per introdurre un reato specifico ci sono. Quel che è mancato finora è la volontà. O, forse, c’è stato un interesse sottaciuto. Del quale le sette hanno goduto. Almeno fino ad adesso perché, dopo la lettura di questo libro, sarà difficile continuare a guardare altrove.