Le condotte criminose online

 In @buse, Anno 1, N. 4 - dicembre 2010

Nell’ambito delle varie attività in tema di sicurezza poste in essere dalla Polizia di Stato, la Polizia delle Comunicazioni mira a contrastare l’uso distorto delle tecnologie per impedire che divengano veicolo di illegalità.

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha reso indispensabile l’uso di Internet quale mezzo di scambio di informazioni, di accesso alle grandi banche dati, di esecuzione di transazioni e disposizioni finanziarie, di ideazione e creazione di nuove attività professionali; la rapida diffusione dell’uso di Internet ha ben presto messo in evidenza i punti di debolezza della Rete stessa, in particolar modo con riferimento alla sicurezza informatica.

A cosa serve Internet? Quali opportunità offre a bambini e adolescenti? Sono questi i primi interrogativi che genitori e insegnanti si pongono e per i quali necessitano di una risposta.

È certamente difficile per coloro che non conoscono o non hanno opportunità/facilità di accesso ad Internet mettere ordine e dare un significato alle innumerevoli, frammentate (e non sempre corrette) informazioni sulla Rete che ricevono dalla televisione, dai giornali o in occasione delle prime, timide esperienze di navigazione insieme a figli o studenti.

È altrettanto difficile, ovviamente, sintetizzare i molteplici usi e le innumerevoli risorse presenti in Internet, senza cadere in “tecnicismi”. In termini molto semplici, Internet può essere descritto come una rete telefonica, uno strumento di comunicazione, che nasce con lo specifico obiettivo di consentire un rapido scambio di informazioni tra soggetti che sono distanti tra loro, superando qualsiasi barriera geografica e fisica.

Attraverso Internet è possibile scambiarsi testi scritti, ma anche immagini, suoni (in un formato che viene definito “digitale”) e naturalmente programmi (software) che consentono, tra le altre cose, di utilizzare il computer per scrivere, per fare dei calcoli, per disegnare, per inviare un messaggio ad altre persone, per dialogare in tempo reale.

Internet dunque costituisce una risorsa informativa, ma anche un luogo di interazione culturale, sociale ed economica.

Un computer collegato ad Internet permette di trasformare una stanza della propria casa o della scuola in una comunità senza confini, in una biblioteca, in un luogo di informazioni e comunicazioni illimitate.

È come una biblioteca che contiene informazioni su qualsiasi argomento in diversi formati, inclusi libri, articoli, registrazioni video e musicali. Al tempo stesso è come un giornale, che quotidianamente fornisce informazioni aggiornate, notizie dal mondo di natura economica, sportiva, ludica, etc. Internet offre la possibilità di chiacchierare con altre persone partecipando a gruppi di discussione online (forum, blog, newsgroup etc…).

L’uso di Internet può offrire notevoli risorse a bambini e adolescenti. Per citarne solo alcune, consente di:

  • reperire informazioni aggiornate;
  • consultare enciclopedie online;
  • accrescere le abilità di lettura;
  • sviluppare la capacità di utilizzare le nuove tecnologie, sempre più richieste anche dal mercato del lavoro;
  • interagire con altri bambini e adolescenti che vivono in luoghi lontani;
  • conoscere altre culture e tradizioni.

Internet quindi è una risorsa sotto diversi punti di vista:

  • informativo (è possibile trovare in rete qualsiasi tipo di informazione, biblioteche e musei on line);
  • formativo (diversi siti offrono lezioni e corsi a distanza ed altri dedicati alla lettura con libri online);
  • didattico (è possibile effettuare ricerche individuali, di gruppo o approfondire quanto appreso in classe);
  • creativo e relazionale (pensiamo alle mail o alle chat che permettono ai ragazzi di socializzare con altri navigatori, di condividere passioni e trovare nuove amicizie).

Il bambino e l’adolescente che si collegano per la prima volta ad Internet e iniziano a “navigare” nella rete hanno spesso un’idea molto vaga e confusa delle risorse e delle opportunità presenti. Per tale motivo, il genitore e l’insegnante hanno il compito fondamentale di accompagnare i più giovani nell’avvicinamento a questa nuova tecnologia, educandoli ad una navigazione sicura, consapevole delle innumerevoli opportunità ma anche dei rischi presenti in rete.

 

I rischi della rete

Nonostante Internet possa essere considerato un’incredibile risorsa a disposizione di bambini e adolescenti, è necessario ricordare che in rete possono essere presenti anche numerosi elementi di rischio.

Bambini e adolescenti che navigano in internet, infatti, possono trovarsi di fronte a materiali e contenuti inadeguati per la loro età (ad esempio, contenuti violenti, con espliciti riferimenti sessuali o che incitano al razzismo) o interagire con soggetti malintenzionati che possono ingannarli ed invitarli a comportamenti o azioni che possono costituire un pericolo. È necessario inoltre ricordare che lo stesso utilizzo di Internet, in presenza di particolari fattori di vulnerabilità nel bambino e se eccessivo nel tempo, può dare origine a vere e proprie dipendenze e difficoltà psicologiche.

È in questo scenario che nasce, con legge riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, quale “Specialità” della Polizia di Stato all’avanguardia nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità informatica e a garanzia dei valori costituzionali della segretezza della corrispondenza e della libertà di ogni forma di comunicazione.

Il principale sforzo operativo della Polizia Postale e delle Comunicazioni è nella direzione del continuo adeguamento della propria risposta alle nuove frontiere tecnologiche della delinquenza.

La pedofilia online, gli attacchi a sistemi informatici, le truffe commesse con la clonazione dei codici delle carte di credito e, ancora, la diffusione di virus informatici, la duplicazione e la diffusione illecita di prodotti o opere dell’ingegno o programmi tutelati dal diritto d’autore, sono alcuni esempi dei reati e dei fenomeni – pericolosi per i cittadini, le aziende, le istituzioni – che vengono tenuti sotto controllo e contrastati dal personale di questa Specialità della Polizia di Stato.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni è presente in modo capillare sul territorio nazionale attraverso 20 Compartimenti e 76 Sezioni, “avanguardie” impegnate nella lotta contro le attività illecite.

Collocazione geografica e conoscenza del territorio di competenza rappresentano il valore aggiunto dei Compartimenti e delle Sezioni e sono caratteristiche fondamentali per un’azione investigativa efficace.

Allo stato attuale la Polizia Postale e delle Comunicazioni si occupa di:

  • Pedopornografia: attraverso il Centro Nazionale per il contrasto della pedopornografia su Internet la Polizia Postale e delle comunicazioni raccoglie segnalazioni e coordina le indagini sulla diffusione, in Internet o tramite altre reti di comunicazione, delle immagini di violenza sessuale sui minori.
  • Cyberterrorismo: una qualificata squadra di investigatori monitora costantemente la rete Internet e conduce indagini specialistiche sul sempre più diffuso utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione da parte dei gruppi antagonisti ed eversivi nazionali e stranieri.
  • Copyright: i circuiti di condivisione di file (file-sharing) e i numerosi altri servizi Internet che consentono la circolazione di opere dell’ingegno hanno contribuito alla diffusione illegale di file e hanno imposto un’attenzione operativa costante al fenomeno.
  • Hacking: tutti coloro che utilizzano la Rete Internet per danneggiare o per colpire, tramite la stessa, obiettivi a essa correlati sono oggetto di attenzione da parte degli investigatori.
  • Protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese: le aziende e gli enti che sostengono e garantiscono il funzionamento del Paese mediante reti e servizi informatici o telematici vengono monitorati e protetti da attacchi informatici attraverso l’azione di un’equipe di investigatoti specializzati.
  • E-banking: le nuove frontiere del commercio e della circolazione di denaro impongono un puntuale monitoraggio delle risorse tecnologiche correlate con la finalità di garantirne la sicurezza.
  • Analisi criminologica dei fenomeni emergenti: una qualificata equipe di psicologi e investigatori analizza ed elabora dati relativi alle nuove frontiere del crimine informatico, ponendo il sapere clinico e criminologico delle scienze sociali al servizio di una più efficace azione di prevenzione e repressione dei reati informatici.
  • Giochi e scommesse online: attraverso il monitoraggio della Rete e un’attenta analisi dei siti dedicati si individuano le attività non autorizzate dal Ministero delle Finanze – Amministrazione autonoma monopoli di Stato.

Importante per il lavoro della Polizia postale e delle Comunicazioni è la partecipazione a importanti consessi internazionali.

I contatti e gli scambi di informazioni con interlocutori internazionali sono elemento fondamentale nell’ottica dell’efficacia operativa.

Internet non ha un solo territorio ma da tutto il mondo e verso tutto il mondo possono essere messe in atto azioni criminali.

In tale ottica risulta fondamentale ampliare la Rete di contatti con le polizie straniere per un proficuo confronto sulle problematiche comuni e garantire uno scambio informativo costante in fase operativa, con un continuo aggiornamento sulle tecniche investigative e sulle innovazioni tecnologiche.

 

La Pedofilia online

Quando parliamo di pedofilia online ci riferiamo al comportamento di adulti pedofili che utilizzano la rete internet per incontrare altri pedofili (chat, forum, bbs), per alimentare le loro fantasie sessuali deviate, per rintracciare e scambiare materiale fotografico o video pedopornografici e per ottenere contatti o incontri con i bambini che sono sulla rete

Ai sensi degli articoli 600 ter e quater del vigente codice penale, costituiscono reato le seguenti condotte criminose:

  • Produzione
  • Commercio
  • Distribuzione (materiale)
  • Divulgazione (materiale o notizie finalizzate adescamento)
  • Pubblicazione (materiale o notizie finalizzate adescamento)
  • Cessione, anche a titolo gratuito
  • Detenzione

La pedofilia online utilizza prevalentemente i seguenti canali di diffusione:

  • Chat Server;
  • Pagine Web (Commercio e divulgazione di immagini);
  • E-mail;
  • News Group;
  • Peer to Peer.

La Legge 3 agosto 1998, n. 269, ha previsto per la Polizia Postale nuovi e determinanti strumenti investigativi, tra cui:

  • Acquisti “simulati” di materiale pedo-pornografico;
  • “Navigazione” con agenti “sottocopertura”;
  • Realizzazione di siti di copertura ed operazioni con agenti infiltrati;
  • Possibilità di differimento di atti obbligatori (arresto, sequestro);
  • Confisca ed affidamento di materiali sequestrati.

È altresì possibile per la Polizia Giudiziaria eseguire l’arresto in flagranza di reato nei casi di detenzione di ingente quantità di materiale pornografico prodotto mediante l’utilizzo di minori di anni diciotto.

Con la legge n. 38 del 6 febbraio 2006 viene istituito presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma il “Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia sulla Rete Internet”, un Polo Centrale attraverso il quale vengono coordinate tutte le indagini in tema di pedopornografia online e tutte le iniziative correlate alla prevenzione e alla gestione delle fonti informative in materia. Attraverso una capillare attività di monitoraggio dei siti pedopornografici, il Centro aggiorna costantemente una black list che viene trasmessa agli Internet Service Provider affinché questi ultimi possano applicare filtri per impedire a chi naviga dall’Italia la fruizione dei relativi contenuti.

Il Centro nazionale antipedofilia lavora anche sul fronte del contrasto al mercato di questo materiale, avvalendosi del sostegno delle banche e delle aziende di credito con la mediazione dell’Ufficio italiano cambi. Quale organo di raccordo operativo in materia di lotta alla pedofilia in Rete, il Centro dialoga con l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia presso il Dipartimento per le politiche della famiglia. Un’equipe di psicologi e criminologi della Polizia di Stato è attiva presso il Centro e analizza i dati provenienti dall’attività di contrasto al fenomeno attraverso l’uso di avanzati programmi di raccolta e analisi.

Non bisogna poi dimenticare la collaborazione con Associazioni, scuole, strutture medico ospedaliere, professionisti del settore dell’infanzia, Enti Governativi e Locali nonché Finanziari, quale costante aiuto nel lavoro della Specialità, soprattutto nella lotta alla pedopornografia online.

Il Centro nazionale antipedofilia partecipa inoltre attivamente a specifici tavoli di lavoro nazionali e internazionali che si occupano del contrasto al fenomeno della pedofilia online.

In questo ambito si colloca la partecipazione alla Virtual Global Task Force, importante network di agenzie di polizia straniere (quali Stati Uniti, Canada, Australia e Regno Unito) specializzate nel settore del contrasto allo sfruttamento dei minori online, avente lo scopo di realizzare una sinergia operativa.

È da sottolineare, infine, la partecipazione ai lavori dell’European Working Party on Information Technology Crime che si riunisce periodicamente presso il Segretariato Generale Interpool di Lione, del Comitato High Tech Crime dell’Europol e del Police Cooperation Working Group (P.C.W.G.) della Commissione Europea.

Potente, sofisticato e innovativo, il nuovo software della Microsoft, denominato CETS (Child exploitation tracking system – Sistema di tracciamento contro la pedopornografia), è ora a disposizione degli esperti della Polizia di Stato per scovare i pedofili nascosti in Rete.

Gli agenti della Polizia postale e delle Comunicazioni sono i primi poliziotti in Europa, ma anche terzo Paese al mondo, dopo Canada e Indonesia, a utilizzare questo strumento di indagine, messo gratuitamente a disposizione della polizia italiana dalla multinazionale di Bill Gates.

Il CETS consente di “tracciare” i tentativi di adescamento e di condivisione di materiale pedopornografico da parte dei pedofili online, permettendo di raccogliere, elaborare e analizzare i dati e le prove.

In Canada il nuovo sistema ha dato risultati confortanti in poco più di un anno di utilizzo. In Italia è stato presentato il 16 ottobre 2006.

 

La navigazione consapevole e sicura dei minori

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha partecipato alla stesura del Codice di autoregolamentazione “Internet e Minori”, in collaborazione con il Ministero delle Comunicazioni, dell’Innovazione e le Tecnologie e le Associazioni degli Internet Service Providers.

Il Codice nasce per aiutare adulti, minori e famiglie nell’uso corretto e consapevole di Internet, fornendo consigli e suggerimenti.

Le vicende di pedofilia sulla rete hanno evidenziato la necessità di adottare una serie di accortezze per ridurre i rischi di molestie o di adescamento di minori da parte di pedofili. I genitori dovrebbero effettuare il più possibile le navigazioni sulla rete in compagnia del minore (in verità cosa più agevole con i bambini che con gli adolescenti).

E quindi:

  • Insegnare ai bambini più piccoli l’importanza di non rivelare in rete la loro identità:è importante per la loro sicurezza e per quella di tutta la famiglia non fornire dati personali (nome, cognome, età, indirizzo, numero di telefono, nome e orari della scuola, nome degli amici).
  • Spiegare come navigare sicuri anche se nostro figlio non sembra interessato a internet. A scuola, a casa dell’amico del cuore, in un internet caffè potrebbe comunque avere voglia di navigare sulla rete ed è bene che sia al corrente di quali semplici e importanti regole deve seguire per essere sicuro e protetto mentre si diverte.
  • Controllare i più piccoli affiancandoli “passo passo” nella navigazione in modo da capire quali sono i loro interessi e indicandogli quali siti sono da evitare.
  • Insegnare ai preadolescenti ed adolescenti a non accettare mai di incontrarsi personalmente con chi hanno conosciuto in rete: lo schermo del computer è per alcune persone male intenzionate il modo migliore per nascondere propositi criminali dietro bugie e false identità, a volte molto attraenti.
  • Tenere aggiornato un buon antivirus e un firewall che protegga continuamente il p.c. e chi lo utilizza.
  • Dire ai ragazzi di non rispondere a messaggi di posta elettronica di tipo volgare, offensivo e, allo stesso tempo, invitarli a non usare un linguaggio scurrile o inappropriato e a comportarsi correttamente in rete.
  • Spiegare ai ragazzi che può essere pericoloso compilare moduli online: lo facciano solo dopo aver consultato i genitori.
  • Affiancare i ragazzi quando creano profili legati ad un nickname per usare programmi di chat.
  • Non lasciare troppe ore i bambini e i ragazzi da soli in rete: limitare il tempo che possono trascorrere on-line significa limitare di fatto l’esposizione ai rischi della rete.

La migliore garanzia di tutela per i minori, comunque, è non lasciarli soli in un ambiente popolato da adulti, come la Rete.

 

Il Cyberbullismo

Il bullismo è un fenomeno molto diffuso oggi, non solo nelle scuole, ma anche in Internet.

Noti come griefer (guastafeste), snert (Snot-Nosed Egotistical Rude Teenager, ovvero “adolescente moccioso maleducato ed egoista”), cheese player (sfruttatore di bug dei videogiochi), twink (seccatore) o semplicemente cyber-bulli, la loro attività nel web consiste in “una volontaria e ripetuta aggressione attuata attraverso un testo elettronico”.

Ne sono esempi l’invio di e-mail o sms minacciosi, la pubblicazione di commenti offensivi, denigratori o di foto personali all’interno di comunità virtuali quali mud, forum di discussione, messaggistica immediata, newsgroup, blog o siti Internet. Il cyberbullismo si può manifestare in chat prendendo di mira un utente, aggredendolo verbalmente, prendendolo in giro o buttandolo fuori dalla lista di discussione. Altre forme di violenza psicologica sono la registrazione delle confidenze strappate in messenger – dunque all’interno di un luogo privato – e poi pubblicate integralmente in un blog pubblico.

Sono soprattutto le ragazze ad essere bersagliate da attacchi verbali sui servizi di messaggistica istantanea, come MSN, e attraverso e-mail offensive che possono contenere espliciti riferimenti sessuali.

Nonostante la grande prevalenza di vittime di sesso femminile, il bullismo telematico può colpire chiunque, adulti compresi.

Per la vittima può essere molto difficile sottrarsi alle molestie, soprattutto per l’anonimato dietro cui, in genere, si nascondono i cyber-bulli. Se all’interno di alcuni contesti, ad esempio quello scolastico, il bullo agisce sulla propria vittima anche con modalità diverse da quelle online e può essere più facilmente identificato, in altri casi non è semplice contrastare questo fenomeno ed eliminare tempestivamente dalla rete gli elementi offensivi pubblicati.

Visto il ruolo assunto da Internet all’interno del sistema scolastico, si ritiene utile fornire agli insegnanti alcuni suggerimenti per rendere più sicura la navigazione dei loro studenti. È, inoltre, essenziale che gli insegnanti siano in grado di promuovere un utilizzo consapevole e critico della Rete, solo in questo modo si forniranno nel tempo ai giovani navigatori degli strumenti utili per godere al meglio delle opportunità della Rete.

E quindi:

  • Cercare di tenere costantemente aggiornate le competenze tecnologiche (conoscere Internet significa anche dimostrare ai ragazzi di essere vicini al loro mondo).
  • Accertare le conoscenze degli studenti ed eventualmente organizzare con loro una breve formazione.
  • Informare gli alunni dei rischi presenti sulla Rete, senza demonizzarla, bensì sollecitandone un utilizzo consapevole, in modo che Internet possa rimanere per loro una fonte di divertimento e apprendimento.
  • Educare bambini ed adolescenti alla prudenza, a non fornire dati e informazioni, ad abbandonare un sito dai contenuti che possano turbare o spaventare e a non incontrare persone conosciute in Internet senza averne prima parlato con i genitori.
  • Mostrare agli alunni come usare e valutare criticamente ciò che incontrano durante la navigazione, poiché non tutte le informazioni online sono affidabili.
  • Informarli che alcuni comportamenti illeciti nel mondo reale (per esempio insultare una persona, sottrarre le password ad un amico, accedere illecitamente ad un sito o a un servizio, etc.), lo sono anche in Rete.
  • Incoraggiare discussioni all’interno del gruppo classe sui siti che gli alunni trovano interessanti e divertenti e sollecitateli a parlare dei siti in cui hanno visionato argomenti/immagini che li hanno preoccupati o spaventati.

Spesso navigando ci si allontana molto dal punto dal quale si è partiti per effettuare una ricerca e questo aumenta il rischio di accedere anche involontariamente a materiali non idonei a soggetti in età evolutiva. Se si trova in Rete materiale illegale o presumibilmente dannoso occorre segnalare il caso immediatamente alla Polizia Postale e delle Comunicazioni.

 

Sitografia

www.commissariatodips.it

www.poliziadistato.it/pds/informatica/contatti.html

www.114.it

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